Dalla disforia alla incongruenza di genere

Dalla disforia all’incongruenza di genere

La situazione delle persone trans è sempre stata considerata dalla medicina una forma di disturbo psichico, ovvero qualcosa inerente la salute mentale.

Ma grazie all’attivismo delle stesse persone trans e ai contributi scientifici più aggiornati, nel 2019 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha modificato radicalmente questa impostazione, eliminando in tutto e per tutto qualsiasi legame tra quello che ha chiamato “incongruenza di genere” e salute mentale.

Incongruenza di genere

Questo nuovo approccio, che è contenuto in un documento che si chiama Classificazione mondiale delle malattie (International Classification of Diseases, ICD, versione 11), ha inserito l’incongruenza di genere nel capitolo sulla “salute sessuale” delle persone, che nasce dall’esistenza di un bisogno di importanti cure sanitarie a cui deve essere garantito l’accesso (al pari della menopausa o della gravidanza).

Che cosa può significare questo?

L’ICD-11 non è ancora in vigore, lo sarà dal 1° gennaio 2022 e comunque si tratta di un documento di un’organizzazione internazionale quale l’Oms, che necessita di essere utilizzato e adattato nei vari contesti nazionali.

L’eliminazione di qualsiasi riferimento alla disforia di genere e alla salute mentale delle persone trans ci fa però presagire che sarà molto importante, per quanto concerne il percorso di affermazione di genere, mettere al centro i bisogni della persona trans come tale, pienamente svincolata da ogni residuo di vecchie visioni legale alla salute mentale.  

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